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Ti aspetto come la terra assetata fa con la pioggia,
come i bambini con la bocca aperta verso il cielo, fanno con la prima neve.
Come un seno nudo attende la carezza di una mano forte ma delicata, una lingua bagnata.

Ti aspetto come un angelo custode fa con la preghiera di chi protegge,
come una divinità con i fiori offerti su di un altare.
Come una lupa attende il suo fedele compagno al rientro nella tana.

Ti aspetto come un fico attende dita per essere aperto e bocca per essere goduto.
Come un bambino con la mamma fa,
seduto,
all’uscita da scuola.

Tu sole, io linea orizzontale
stesa ad aspettare la tua alba.
Tu sole, io luna
che apre le gambe della notte ad accogliere l’esplosione del tuo tramonto.
Tu sole, io donna.

Ti aspetto così
un po’ bambina, un po’ divina.
Un po’ umana, un po’ profana.
Femmina e selvatica, tra ali e ventre.

Te solo,
amore mio.
Nessun altro.

Gloria Momoli