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Accade che ti leggo in un libro.
Trovo spiegato te in una frase.
 
Ha dell’incredibile come nella lontananza continui a conoscerti. Come la vita mi mostri parti di te come a volermi accompagnare e, guida, mostrarmi il perché delle cose.
Capisco, ma più di tutto sento. Sento e mi basta per dare pace a quel che è stato. Da sola.
A piedi scalzi tra le pagine, a prendere in mano le parole e guardarle attraversate dalla luce come foglie, come piace a me. Perché non sono parole sono portali, alberi, la mia acqua, carezze, quel verbo che si è fatto carne.
 
Levo questo dal silenzio, e forse non è vero che mi basta. Ma ci sono abituata a fare da me. A perdonare, a tenere il buono, a educarmi a guardare altrove.
A dire grazie
con sacralità
davanti ad una frase che mi spiega una cosa di te che io,
anche tenendoti dentro,
non avevo capito.
 
Gloria Momoli