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Non voglio essere amata per la forma del mio naso, voglio essere amata perché per te che mi sei accanto, la linea del mio profilo che si staglia sul mondo è l’orizzonte da cui sorgere e tramontare, giorno dopo giorno.

Non voglio essere amata per le mie labbra, voglio essere amata perché appoggiandoci le tue, ogni parte di te fa ritorno a casa.

Non voglio essere amata per il colore dei miei occhi, voglio essere amata per quel puntino di abisso che se ne sta al centro, da cui puoi scorgere l’universo.

Non voglio essere amata per la lunghezza delle mie gambe, ma per i centimetri esatti di ogni mio passo che mi ha portata a te. E perché alcuni giorni io allungherò, altri arrancherò, ma sapremo aspettarci e restare in quell’accanto, con quell’orizzonte.

Non voglio essere amata per la forma delle mie mani, ma perché intrecciandole alle tue senti cosa significa essersi incarnati.

Non voglio essere amata per l’aspetto della mia pancia, ma per la culla del mio ventre e il futuro che potrà contenere. E se non saranno i figli, in questo terreno ci pianteremo dei semi e faremo nascere dei fiori. Ci appoggerai l’orecchio e sentirai pulsare vita, potrai piangere o riderci sopra: io sarò accoglienza, le lacrime daranno da bere, i sorrisi porteranno il sole.

Non voglio essere amata per come faccio l’amore, ma perché da lì sono portale per l’immenso, ed entrandoci ci giungeremo insieme e ritorneremo ad essere uno.

Non voglio essere amata per il mio aspetto esteriore
perché vedi, amore mio,
cambierà ogni mia cellula.
Ci saranno in me continue morti e rinascite, fino a quando tornerò ad essere terra, vento, acqua.

Onorami il corpo che è tempio dell’anima che contiene, ma non restare fuori ad adorare lui:

entrami dentro e amami l’essenza.

Gloria Momoli