Ho il cuore lento
– Ho il cuore lento
– In che senso hai il cuore lento?
– Nel senso che ci mette tanto tempo a guarire, a non sentire più dolore, a voltare pagina.
– Povero cuore, gli dai così tanti compiti. Deve pompare costantemente il sangue, in più gli chiedi di prendersi la responsabilità delle ferite, di lenire le relazioni che non sono andate come avresti voluto, di farsi anche libro e voltare pagina.
– E lo chiedo al pancreas?
– Sì, perché no? Un po’ al pancreas, un po’ al fegato, ai polmoni, alla vescica… distribuisci i compiti e lascia un po’ in pace quel cuore.
– E se poi mi si rallenta l’intero sistema?
– Eh, lascia che rallenti, che impari un nuovo tempo, che elabori, che respiri attraverso la comprensione di quel che è accaduto. Che si rigeneri, ancora. E mentre lui rallenta tu fermati.
– Ma io sono ferma, immobile, ormai da anche troppo tempo.
– E immagino che questo te lo dica la testa, non il resto del corpo… vero?
– Vero. Il resto del corpo mi chiede tempo, gliene serve ancora.
– Esatto, sapevo ti saresti saputa ascoltare.
– Quindi dici che non ho il cuore lento?
– Quindi dico che il tuo cuore è perfetto, così come lo sono i reni, l’intestino,… insomma hai capito.
Questo cuore lascialo un po’ in pace e distribuisci equamente le responsabilità. E fa’ che tutti i tuoi organi siano coinvolti sì nel dolore, ma soprattutto nell’amore.
È questione di condivisione.
Gloria Momoli